In vista della 15esima edizione del Tocatì – Festival Internazionale dei Giochi in Strada vogliamo intraprendere un viaggio che ci porti a conoscere le comunità di gioco, vere protagoniste della manifestazione.
Oggi scopriamo insieme la Borella e i suoi giocatori!
A Casale sul Sile, in provincia di Treviso, ogni martedì e venerdì sera un gruppo di persone si riunisce per cimentarsi in questa attività. Quali sono le caratteristiche di questo gioco tradizionale e del territorio in cui viene giocato?
È un gioco di birilli, giocato in terre attraversate dal Sile, fiume affascinante di cui non si può indicare con precisione la sorgente. A differenza di Adige, Brenta o Piave non si può puntare il dito e dire con fermezza: “Questa è la sua prima acqua!” poiché nasce da un pullulare di risorgive e fili d’acqua, con la terra che inghiotte i rivoli per restituirli sotto forma di laghetti e paludi. Una caratteristica paesaggistica del tutto particolare, dove terra e acqua sfumano l’una nell’altra.
La Borella è un passatempo di origini contadine: legno di acero campestre per gli strumenti di gioco, i cortili delle case di campagna, l’osteria o i filari delle viti come campo in cui sfidarsi.
Qualcuno lo paragona al moderno gioco del bowling, visto che lo scopo dei giocatori è quello di abbattere tre birilli, i sòni, con una grossa boccia.
Se senti dire San Martin (espressione tipica del posto che indica che tutto è stato distrutto dopo una grandinata) è perché tutti e tre i sòni sono stati abbattuti con una sola palla, se invece fai Gambarel (sgambetto) è perché un sòn ne ha fatto cadere un altro.
Quanti sono i giocatori che lo praticano? Circa una cinquantina, di varie età!
È un gioco che richiede resistenza, prestanza fisica e allenamento perché il peso della boccia richiede di conciliare forza e abilità!
Foto: Massimo Samaritani