Tocatì è, per AGA – l’associazione da cui è stato ideato – uno strumento e una via per comunicare con il mondo. Prima però di raccontare l’incontro dell’associazione con le altre organizzazioni della società civile che lavorano per la salvaguardia dei giochi e sport tradizionali in quanto patrimonio culturale immateriale dobbiamo parlare degli strumenti che la Convenzione del 2003 mette a disposizione dei governi e delle comunità culturali per la salvaguardia del patrimonio culturale.
Cinque sono i meccanismi proposti ad oggi, presentati nel testo della Convenzione, i cui criteri sono indicati nelle sue Direttive Operative:
1. La Lista rappresentativa
2. La Lista di salvaguardia urgente
3. Il sistema di accreditamento delle ONG
4. Il Registro delle buone pratiche di salvaguardia
5. Il programma globale di “rinforzamento delle capacità”- capacity building
Il superamento delle Liste presenti nella Convenzione e l’innovazione portata dal Registro delle buone pratiche di salvaguardia
La Convenzione, con i suoi gruppi tematici, le sue riunioni di esperti, le sue assemblee e comitati intergovernativi, apre un importante dibattito sul superamento del sistema delle Liste, ereditato dalla Convenzione del patrimonio mondiale, in nome di una visione centrata sulla salvaguardia di patrimoni vivi, sulla sostenibilità, l’inclusione e la partecipazione effettiva delle comunità culturali: chiamate ad agire da attori di un progetto patrimoniale condiviso.
Sogno, utopia, obiettivo politico? La partecipazione delle comunità diventa centrale per quello che, dal Comitato di Bali in poi (2010) viene comunemente definito “lo spirito della Convenzione”.
Cosa distingue il Registro dalle due Liste? Il fatto di non lavorare tanto sugli “elementi” da identificare per inclusione nel “patrimonio dell’umanità”, quanto sulle pratiche che le comunità culturali mettono in opera per la salvaguardia di questi elementi.
Si può senz’altro affermare che il Registro rappresenta lo strumento più coerente con lo spirito della Convenzione, favorendo lo scambio di esperienze positive che hanno come obiettivo non tanto il riconoscimento dell’UNESCO in quanto “bollino” e marchio di qualità in una logica di distinzione, quanto il riconoscimento di processi virtuosi in una logica di condivisione.
È proprio con l’intenzione di farsi riconoscere come uno di questi che il Tocatì ha avviato la candidatura per essere incluso nel registro delle buone pratiche per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.