Giocando a Fiolet sullo sfondo delle Alpi

Tra i giochi di lancio che esistono in Italia il Fiolet è forse quello che desta più ammirazione da parte del pubblico. Giocato a Brissogne in provincia d’Aosta questo passatempo tradizionale prende il nome da uno degli attrezzi di gioco: una piccola pallina ovoidale con un lato piatto.

La pallina viene lanciata il più distante possibile dalla Maciocca (o Masetta) che è l’attrezzo più personale del giocatore, un bastone di frassino o di ontano sul quale viene innestato un pezzo di legno pressato. Per presentare gli attrezzi necessari per questo gioco non resta che parlare della Pira: una pietra di fiume montata su una base alta circa 20 centimetri, che serve da base di lancio.

 

 

Il primo campionato di Fiolet si è disputato nel 1953, ma già prima di allora si giocava nelle valli o addirittura nel centro di Aosta. Si ritiene che la «culla» di questo gioco sia il rione Saint Etienne, un tempo territorio agreste e ora inglobato dalla città, che costituiva il punto di ritrovo dei giovani aostani.

Questo gioco tradizionale un tempo rappresentava il passatempo della élite valdostana: avvocati, ingegneri e professori si cimentavano in questo gioco nelle pause dal lavoro.

 

 

La partita inizia con la batua: il giocatore colloca il Fiolet sulla Pira, facendolo stare in equilibrio sulla parte piatta e subito si accinge a colpirlo con la Maciocca per farlo balzare in aria per poi colpirlo nuovamente al volo a tutta forza. La lunghezza del lancio determina il punteggio: un punto ogni quindici metri!

 

 

Gli appuntamenti più importanti per la pratica di questo gioco tradizionale sono rappresentati dal campionato primaverile, che inizia la seconda domenica di marzo e da altre due gare: il Bâton d’or e un incontro estivo in cui si incontrano in una gara individuale i trentadue migliori giocatori di Fiolet.